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Il miglio può aiutare a ridurre il rischio di andare incontro a diabete di tipo 2 nonché nella gestione dei livelli di glucosio nel sangue nei diabetici secondo un nuovo studio dell’Università di Reading. Lo studio, pubblicato su Frontiers in Nutrition, si è basato su 80 studi per un totale di circa 1000 soggetti provenienti da 11 paesi. Si tratta della più grande revisione sistematica su questo argomento mai realizzata.
Miglio è utile per tenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue
Seetha Anitha, autrice principale dello studio e ricercatrice dell’ICRISAT, ritiene che questi risultati mostrino che il miglio è utile per tenere sotto controllo il livello di glucosio nel sangue nonché per ridurre il rischio di diabete.
Il miglio è un cereale consumato in diverse parti del mondo, diffuso soprattutto fino a qualche decennio fa. Negli ultimi decenni, infatti, gli investimenti in altre tipologie di colture, tra cui quelle del riso, del grano e del mais, hanno in parte soppiantato il consumo del miglio negando a molte persone importanti nutrienti.
Consapevolezza dell’esistenza di questo antico cereale
Tuttavia, secondo Ian Givens, direttore dell’Istituto di alimentazione, nutrizione e salute (IFNH) dell’Università di Reading e altro autore dello studio, la consapevolezza dell’esistenza di questo antico cereale si sta diffondendo di nuovo globalmente. Secondo il ricercatore il miglio, rispetto ad altri cereali come il riso e il mais così come il grano, permette a chi ne fa consumo di avere livelli di glucosio nel sangue più bassi.
Si tratta di notizie importanti perché il diabete è una patologia che si sta diffondendo molto, soprattutto in alcune specifiche regioni del pianeta, come gli Stati Uniti e la Cina.
L’Africa vedrà una diffusione enorme del diabete nei prossimi decenni
L’ International Diabetes Association ritiene che però, per quanto riguarda i prossimi decenni, l’Africa sia la regione più a rischio di diffusione della malattia con un aumento previsto del 143% dal 2019 al 2045. Anche altre regioni, come il medio oriente e il Nordafrica, nonché il sud-est asiatico, sperimenteranno un aumento notevole della diffusione di questa malattia. Gli scienziati che hanno realizzato lo studio sollecitano proprio l’utilizzo ed una maggiore diffusione del miglio per affrontare questa “emergenza”.
Miglio ha un indice glicemicopiù basso di riso, grano e mais
Il miglio, secondo i ricercatori, mostra un indice glicemico medio basso di 52,7. Si tratta di un livello che è il 36% in meno rispetto a quello del riso lavorato e a quello del grano raffinato. Si tratta di un livello che è più basso, di 14-37 punti, di quello del mais.
I ricercatori hanno studiato tutto di i tipi di miglio conosciuti (11) e tutti hanno mostrato, anche dopo il processo di bollitura, di cottura al forno e di cottura al vapore, di avere un indice glicemico molto basso, sicuramente più basso di quello di grano, riso e mais.
Secondo Jacqueline Hughes, direttrice generale dell’ICRISAT, i nostri sistemi alimentari devono essere rivisti. C’è bisogno di una maggiore diversità sui nostri piatti e, conseguentemente, nelle aziende nell’intero settore alimentare. D’altra parte la stessa strategia di diversificazione delle colture rappresenta per un’azienda un’importante mitigazione del rischio di andare incontro a risultati insoddisfacenti, un rischio enormemente diventato più grande a seguito dei cambiamenti climatici in corso. Secondo la ricercatrice proprio il miglio può rappresentare un fattore determinante in questo senso e può essere d’aiuto anche per quanto riguarda altri fatttori problematici come quelli relativi alla malnutrizione, alla salute umana e al degrado delle risorse naturali.
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Note e approfondimenti
- Frontiers | A Systematic Review and Meta-Analysis of the Potential of Millets for Managing and Reducing the Risk of Developing Diabetes Mellitus | Nutrition (IA) (DOI: 10.3389/fnut.2021.687428)
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